Che imprinting darà Enrico Giovannini e quale sarà la linea d’azione del suo Ministero delle infrastrutture e dei trasporti? Questa è la domanda che da un paio di giorni si pongono grandi imprese del settore della logistica e associazioni di categoria che con lui avranno a che fare per i prossimi mesi e, probabilmente, anni.
Come ormai noto, anche per il fatto che è stato fra i fondatori e portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, il tema dominante del prosieguo di legislatura sarà la sostenibilità, in coerenza con le linee guida imposte da Bruxelles per lo sviluppo delle infrastrutture ammesse ai finanziamenti inseriti nel Recovery Fund.
A preoccuparsi, dunque, saranno soprattutto i trasporti considerati poco ‘green’ che da anni vengono individuati con precisione dal Ministero dell’Ambiente, in particolare quelli destinatari di sussidi pubblici. Ecco perché, dunque, meritano particolare attenzione le parole pronunciate meno di tre mesi fa proprio da Giovannini, in qualità di portavoce di Asvis, in occasione di un webinar organizzato dal gruppo parlamentare del Movimento 5 stelle.
Nel mirino del neoministro erano finiti in particolare i Sussidi ambientalmente dannosi (Sad), che si contrappongono a quelli favorevoli, concessi ogni anno dall’Italia. “Non possiamo sperare di usare i 77 miliardi, la percentuale riservata alla transizione ecologica dal Next Generation Eu e poi continuare a spendere 19 miliardi all’anno in sussidi dannosi per l’ambiente. Queste due cose non stanno insieme” sono state le parole di Giovannini, secondo il quale la coerenza delle politiche è un requisito necessario per la transizione verso un’economia verde. “In questo quadro occorre dunque riconvertire immediatamente i sussidi dannosi in aiuti a favore di scelte più sostenibili. Anche perché i 77 miliardi promessi dall’Europa non basteranno”. Il neoministro criticava anche il fatto che “nella Legge di bilancio in discussione alla Camera ci sta solo un miliardo di taglio a partire dal 2023”.
A riprova di quanto faccia sul serio in tema di sviluppo sostenibile, Giovannini aveva ancora aggiunto: “Quasi tutte le forze politiche, eccetto Lega e Fratelli d’Italia, si erano impegnate prima delle ultime elezioni a inserire il principio dello sviluppo sostenibile nella Costituzione”, accettando proprio la proposta dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. Un principio ribadito anche nel Rapporto che la stessa Asvis elabora ogni anno. “Si tratta di passare dalle parole ai fatti” votando la proposta depositata in Parlamento.
Ma quali sono in Italia i Sussidi Ambientalmente Dannosi?
L’ultimo “Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli” è stato pubblicato dal Ministero dell’ambiente a luglio 2020 e si riferisce al 2019. Nel capitolo dedicato ai ‘Trasporti’ si legge a chiare lettere che “nonostante le politiche di riduzione delle emissioni messe in atto a livello europeo, le concentrazioni di particolato in atmosfera, alle quali il settore dei trasporti contribuisce in maniera rilevante, presentano livelli particolarmente elevati nel nostro paese, anche nel confronto con gli altri Stati Membri (Italia seconda dopo la Polonia per peggior qualità dell’aria)”.
In termini di emissioni prodotte misurate in particolato (PM = particulate matter), in valore assoluto il trasporto marittimo è il maggiore contribuente, davanti anche al traffico automobilistico, anche se l’incidenza dell’inquinamento per tonnellate di merce o per numero di persona trasportate delle navi ha un’incidenza molto minore rispetto ad altre modalità.